Uscire dalla depressione non è un percorso facile, anzi bisogna affrontarlo
con la consapevolezza che i tempi possono essere lunghi e che le lotte
interiori saranno ardue.
Vediamo in breve quali sono i passi principali da percorrere sul cammino
della liberazione.
Se la depressione è durata a lungo, si sono accumulate nella sua mente tutta
una serie di emozioni negative, un’abitudine più o meno costante a vedere
ogni situazione da un punto di vista sfavorevole, a considerare la propria
condizione come irreversibile, pensando di essere vittima di tutto e
di tutti.
Per questa ragione è importante essere condotti per mano da qualcuno che
abbia una buona conoscenza della Parola di Dio, molta misericordia e
pazienza.
Solo con il passare del tempo, quando si sarà raggiunta una maggior
stabilità emotiva si potrà comprendere quali erano le cause che avevano
condotto a quello stato di prostrazione emotiva.
Anche se non si ha voglia di andare a riposare, è importante
modificare la propria abitudine al sonno; ci si deve imporre di non rimanere
davanti alla TV la sera, fino a tardi, ma piuttosto di andare a letto il più
presto possibile.
Si può chiedere alla propria famiglia di rispettare questa nuova
esigenza, facendo silenzio, il più possibile. Il marito della donna depressa
la aiuterà soprattutto se si sostituirà ad essa, la sera, nel prendersi cura
dei figli e della casa; sarà uno sforzo ben ricompensato.
La notte, per le persone depresse è un lasso di tempo quanto mai
doloroso; il sonno non riesce ad arrivare e per questa ragione, chi soffre
di depressione tende a far uso di psicofarmaci che inducano il sonno
chimicamente.
La persona depressa viene colta dai pensieri più “neri”, dall’ansia, dall’oppressione, dagli attacchi di panico, proprio durante la notte (ma non solo, perché gli attacchi improvvisi arrivano anche quando si va a fare la spesa, ad es.). Perciò la rieducazione mentale deve applicarsi proprio in questi momenti più difficili.
Se il sonno non viene, non bisogna disperare, ma piuttosto
si può prendere del tempo per pregare, per parlare con Dio,
anche con il capo appoggiato al cuscino e con gli occhi chiusi. Non sarà
semplice fare questo esercizio, ma perseverando diventerà un’abitudine
quanto mai benefica.
Inizialmente si può semplicemente aprire il proprio cuore davanti
al Padre celeste, raccontandoGli la propria angoscia, enumerando le ragioni
per le quali pensiamo di avere ragione di disperare.
Ma successivamente bisogna imparare ad enumerare in preghiera
le ragioni per le quali si può essere riconoscenti a Dio:
la salute fisica propria (l’udito, la vista, la capacità di camminare, di
badare a sé stessi e alla propria famiglia, ecc…) e la salute dei propri
famigliari, la casa, il lavoro del marito, ecc... Può essere un primo passo,
finché non si è capaci di considerare anche gli aspetti spirituali della
propria vita, cioè la propria salvezza per grazia, il dono di Gesù Cristo
del perdono dei propri peccati, il dono dello Spirito Santo, ecc…
E’ incredibile sperimentare quanto la pratica della lode
e della riconoscenza a Dio sia un grande beneficio per l’anima
oppressa, ed un vero scudo contro ogni pensiero negativo! Abbiamo un esempio
biblico che ci può illuminare al riguardo: “Appena cominciarono i canti
di gioia e di lode, il SIGNORE tese un'imboscata contro i figli di Ammon e
di Moab e contro quelli del monte Seir che erano venuti contro Giuda; e
rimasero sconfitti.” (2 Cronache 20:22)
Con tali disposizioni d’animo e con il soccorso del Padre
celeste, il sonno arriverà e sarà ristoratore!
La donna depressa non ha voglia di aprire la Bibbia, perché non
riesce a ricevere del bene durante la lettura; oppure, se la legge, riuscirà
difficilmente ad applicarsi nello studio e nella meditazione.
Vi sono casi in cui, invece, la lettura diventa un’occasione per
scoprire che si è sotto il giudizio e la condanna divini. La donna
angosciata è incapace di cogliere la grandezza dell’amore e della
misericordia di Cristo.
Perciò, inizialmente, questa incapacità deve essere corretta da
una persona capace di discepolare e di rieducare; saranno importanti dei
momenti di lettura, di meditazione e di preghiera con un’altra donna matura
spiritualmente o con alcune sorelle in Cristo, capaci di farsi carico di
questo bisogno spirituale.
Quando si troveranno dei versetti della Scrittura sacra, in cui
vi sono delle promesse divine, dovranno essere sottolineati con cura. Poi
dovranno essere ripetuti in preghiera, cercando di afferrarli per fede come
delle ancore di salvezza e di speranza.
Paolo diceva: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.”
(Filippesi 4:13) La convinzione che possiamo cambiare e risalire dalla
nostra condizione di dolore, può essere creata solo se ci appoggiamo su Dio
che ci rende forti e che ci ristabilisce.
In fatto di non essere sola in questo esercizio spirituale è
fondamentale, perché la donna depressa non riesce più ad individuare le
innumerevoli promesse divine che la Bibbia contiene; e soprattutto, per il
suo dolore psicologico, non riesce ad applicarle a sé stessa.
Questo apprendimento non è fine a sé stesso, perché sarebbe
assolutamente inutile e penoso, ma deve essere finalizzato a sostituire i
pensieri negativi.
La Bibbia ci dà un insegnamento importantissimo:
“Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli,
tutte le cose giuste, tutte le cose pure,
tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama,
quelle in cui è qualche virtù e qualche lode,
siano oggetto dei vostri pensieri.”
(Filippesi 4:8)
L’oggetto dei nostri pensieri è fondamentale!!!!
Qui l’apostolo Paolo esorta i cristiani a controllare bene quali sono le cose che diventano oggetto dei loro pensieri.
Una donna depressa concentra la propria attenzione su cose che
non sono vere, su cose detestabili, su cose negative, su cose odiose, su
cose ingiuste, ecc… Spesso il rancore, o addirittura l’odio, prendono il
possesso della mente. Altre volte è invece il desiderio di punire sé stessa
per ragioni imperscrutabili.
Vi sono casi in cui pensieri folli si fanno strada nella mente
della persona depressa, perché si instaura come una morsa emotiva che non permette di
ragionare logicamente.
L’esercizio più importante per una persona depressa è quello di
sostituire progressivamente questi pensieri negativi, con le
affermazioni positive, piene d’amore e di speranza che ci vengono dalla
Parola di Dio.
Si tratta di una vera e propria ginnastica mentale, di una
rieducazione di tipo sostitutivo. Il fatto di conoscere a memoria dei
versetti biblici è necessario, perché permette nel momento di angoscia di
trovare immediatamente l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Non sempre si
ha a disposizione una Bibbia e soprattutto, nel momento dell’angoscia, non
si ha la forza di trovare il soccorso divino necessario.
Anche questa rieducazione ha bisogno dell’intervento di una
persona capace di discepolare con pazienza la donna depressa.
Ci sono stati periodi della mia vita in cui ero attanagliata
dall’ansia e subivo passivamente degli attacchi di panico.
Sono stata soccorsa meravigliosamente dal mio Padre celeste con
un canto che avevo imparato in nella mia assemblea:
“Loderò l’Eterno in ogni tempo …
il Signore è presso a chi ha il cuor rotto …
ho cercato Dio e mi ha risposto,
liberandomi da tutti i miei timor.”
Nel momento dell’angoscia, la gola stretta e il pianto mi
impedivano di cantare; era difficile tirare fuori persino una sillaba.
Allora cantavo in silenzio, mentalmente, con le lacrime agli occhi. Ma pian
piano che affrontavo il panico e l’angoscia con queste parole edificanti,
sono diventata capace di non piangere più e di cantare. E l’ansia, che
inizialmente durava per ore, diventava sempre più debole, perché nel mio
cuore veniva sostituita dalla lode.
Il cambiamento e la trasformazione sono stati progressivi, ma
costanti. E sono uscita fuori dal mio stato depressivo.
Gli attacchi di panico sono spesso accompagnati dall’agorafobia,
cioè dalla paura degli spazi aperti; questo impedisce alle persone depresse
di andare all’aperto per fare una qualche attività fisica.
Inoltre la tendenza a rinchiudersi in sé stessi, a rifiutare i
rapporti umani, inducono i depressivi a stare molto in casa, per evitare di
incontrare vicini, parenti ed amici e di dover dare spiegazioni del proprio
stato.
I famigliari e le amiche della donna depressa dovranno
incoraggiarla, con qualunque espediente, ad uscire dalla propria tana e a
praticare un qualsiasi tipo di sport leggero. Sono utilissime le passeggiate
in campagna, oppure brevi percorsi in bicicletta con il marito ed i figli,
un pic-nic in montagna, una gita “fuori porta” con gli amici, ecc…
Bisogna forzare la mano alla persona depressa, ma con dolce fermezza, prima che la
tendenza all’isolamento diventi importante, e quasi irreversibile;
utilizzo il termine "quasi"
perché con l’aiuto di Dio si può uscire dal tunnel della depressione.
Un buon libro da leggere sull'argomento:
"La depressione.
di EDWARD T. WELCH , Collana "Risorse per cambiare"
Alfa & Omega, 2005
Sito Web: www.alfaeomega.org - Email: info@alfaeomega.org
La perdita d’ambizione, l’insensibilità emotiva, la paura, la rinuncia e la stanchezza, delineano ciò che comunemente chiamiamo depressione.
Se siete una delle tante persone che soffrono di depressione, c’è speranza e c’è aiuto; una via per rialzarsi quando siete a terra. Anche se non sentite di dover fare qualcosa, questo libretto vi propone degli agevoli passi per avviarsi sul sentiero che conduce fuori dalla depressione.
Edward T. Welch ci aiuta a comprendere le tematiche spirituali che sono coinvolte in questo processo, sia per i casi in cui la depressione è prodotta da problemi fisici che per quelli in cui essa è la causa di problemi fisici. Welch giunge al cuore di ciò che la depressione dice e significa e ci guida in un’analisi efficace della depressione da una prospettiva biblica.