Uscire dalla depressione non è un percorso facile, anzi bisogna affrontarlo con la consapevolezza che i tempi possono essere lunghi e che le lotte interiori saranno ardue.

Vediamo in breve quali sono i passi principali da percorrere sul cammino della liberazione.

 

1.   Innanzitutto non si devono cercare a tutti i costi le cause della depressione, perché inizialmente la mente della donna depressa non è in grado di fare analisi profonde della propria situazione e dei propri sentimenti.

Se la depressione è durata a lungo, si sono accumulate nella sua mente tutta una serie di emozioni negative, un’abitudine più o meno costante a vedere ogni situazione da un punto di vista sfavorevole, a considerare la propria condizione come irreversibile, pensando di essere vittima di tutto e di tutti.

Per questa ragione è importante essere condotti per mano da qualcuno che abbia una buona conoscenza della Parola di Dio, molta misericordia e pazienza.

Solo con il passare del tempo, quando si sarà raggiunta una maggior stabilità emotiva si potrà comprendere quali erano le cause che avevano condotto a quello stato di prostrazione emotiva.

 

2.   La depressione nervosa è spesso accompagnata dalla stanchezza, non solo emotiva, ma anche fisica, con disturbi psicosomatici di vario genere: colon irritabile, gastrite, emicrania, ecc... Per questa ragione, bisogna rieducare sé stesse al riposo.

Anche se non si ha voglia di andare a riposare, è importante modificare la propria abitudine al sonno; ci si deve imporre di non rimanere davanti alla TV la sera, fino a tardi, ma piuttosto di andare a letto il più presto possibile.

Si può chiedere alla propria famiglia di rispettare questa nuova esigenza, facendo silenzio, il più possibile. Il marito della donna depressa la aiuterà soprattutto se si sostituirà ad essa, la sera, nel prendersi cura dei figli e della casa; sarà uno sforzo ben ricompensato.

La notte, per le persone depresse è un lasso di tempo quanto mai doloroso; il sonno non riesce ad arrivare e per questa ragione, chi soffre di depressione tende a far uso di psicofarmaci che inducano il sonno chimicamente.

La persona depressa viene colta dai pensieri più “neri”, dall’ansia, dall’oppressione, dagli attacchi di panico, proprio durante la notte (ma non solo, perché gli attacchi improvvisi arrivano anche quando si va a fare la spesa, ad es.). Perciò la rieducazione mentale deve applicarsi proprio in questi momenti più difficili.

Se il sonno non viene, non bisogna disperare, ma piuttosto si può prendere del tempo per pregare, per parlare con Dio, anche con il capo appoggiato al cuscino e con gli occhi chiusi. Non sarà semplice fare questo esercizio, ma perseverando diventerà un’abitudine quanto mai benefica.

Inizialmente si può semplicemente aprire il proprio cuore davanti al Padre celeste, raccontandoGli la propria angoscia, enumerando le ragioni per le quali pensiamo di avere ragione di disperare.

Ma successivamente bisogna imparare ad enumerare in preghiera le ragioni per le quali si può essere riconoscenti a Dio: la salute fisica propria (l’udito, la vista, la capacità di camminare, di badare a sé stessi e alla propria famiglia, ecc…) e la salute dei propri famigliari, la casa, il lavoro del marito, ecc... Può essere un primo passo, finché non si è capaci di considerare anche gli aspetti spirituali della propria vita, cioè la propria salvezza per grazia, il dono di Gesù Cristo del perdono dei propri peccati, il dono dello Spirito Santo, ecc…

E’ incredibile sperimentare quanto la pratica della lode e della riconoscenza a Dio sia un grande beneficio per l’anima oppressa, ed un vero scudo contro ogni pensiero negativo! Abbiamo un esempio biblico che ci può illuminare al riguardo: “Appena cominciarono i canti di gioia e di lode, il SIGNORE tese un'imboscata contro i figli di Ammon e di Moab e contro quelli del monte Seir che erano venuti contro Giuda; e rimasero sconfitti.” (2 Cronache 20:22)

Con tali disposizioni d’animo e con il soccorso del Padre celeste, il sonno arriverà e sarà ristoratore!

 

3.   E’ importante iniziare a prendere l’abitudine di leggere la Parola di Dio con costanza e devozione.

La donna depressa non ha voglia di aprire la Bibbia, perché non riesce a ricevere del bene durante la lettura; oppure, se la legge, riuscirà difficilmente ad applicarsi nello studio e nella meditazione.

Vi sono casi in cui, invece, la lettura diventa un’occasione per scoprire che si è sotto il giudizio e la condanna divini. La donna angosciata è incapace di cogliere la grandezza dell’amore e della misericordia di Cristo.

Perciò, inizialmente, questa incapacità deve essere corretta da una persona capace di discepolare e di rieducare; saranno importanti dei momenti di lettura, di meditazione e di preghiera con un’altra donna matura spiritualmente o con alcune sorelle in Cristo, capaci di farsi carico di questo bisogno spirituale.

Quando si troveranno dei versetti della Scrittura sacra, in cui vi sono delle promesse divine, dovranno essere sottolineati con cura. Poi dovranno essere ripetuti in preghiera, cercando di afferrarli per fede come delle ancore di salvezza e di speranza.

Paolo diceva: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:13) La convinzione che possiamo cambiare e risalire dalla nostra condizione di dolore, può essere creata solo se ci appoggiamo su Dio che ci rende forti e che ci ristabilisce.

In fatto di non essere sola in questo esercizio spirituale è fondamentale, perché la donna depressa non riesce più ad individuare le innumerevoli promesse divine che la Bibbia contiene; e soprattutto, per il suo dolore psicologico, non riesce ad applicarle a sé stessa.

 

4.   Un altro passo importante è l’apprendimento a memoria dei passi biblici, che inducono la donna cristiana a sperare nell’intervento divino, a credere nella potenza del Signore, a confidare nell’amore del Padre celeste.

Questo apprendimento non è fine a sé stesso, perché sarebbe assolutamente inutile e penoso, ma deve essere finalizzato a sostituire i pensieri negativi.

La Bibbia ci dà un insegnamento importantissimo:

“Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli,

tutte le cose giuste, tutte le cose pure,

tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama,

 quelle in cui è qualche virtù e qualche lode,

siano oggetto dei vostri pensieri.” (Filippesi 4:8)

 

L’oggetto dei nostri pensieri è fondamentale!!!!

Qui l’apostolo Paolo esorta i cristiani a controllare bene quali sono le cose che diventano oggetto dei loro pensieri.

Una donna depressa concentra la propria attenzione su cose che non sono vere, su cose detestabili, su cose negative, su cose odiose, su cose ingiuste, ecc… Spesso il rancore, o addirittura l’odio, prendono il possesso della mente. Altre volte è invece il desiderio di punire sé stessa per ragioni imperscrutabili. 

Vi sono casi in cui pensieri folli si fanno strada nella mente della persona depressa, perché si instaura come una morsa emotiva che non permette di ragionare logicamente.

Non sempre la depressione si concentra su cose che non sono vere; a volte si accentua proprio di fronte alle reali ingiustizie ed umiliazioni subite.

L’esercizio più importante per una persona depressa è quello di sostituire progressivamente questi pensieri negativi, con le affermazioni positive, piene d’amore e di speranza che ci vengono dalla Parola di Dio.

Si tratta di una vera e propria ginnastica mentale, di una rieducazione di tipo sostitutivo. Il fatto di conoscere a memoria dei versetti biblici è necessario, perché permette nel momento di angoscia di trovare immediatamente l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Non sempre si ha a disposizione una Bibbia e soprattutto, nel momento dell’angoscia, non si ha la forza di trovare il soccorso divino necessario.

Anche questa rieducazione ha bisogno dell’intervento di una persona capace di discepolare con pazienza la donna depressa.

 

5.   C’è poi un’altra risorsa importante che la donna cristiana ha a sua disposizione: il canto e la lode a Dio.

Ci sono stati periodi della mia vita in cui ero attanagliata dall’ansia e subivo passivamente degli attacchi di panico.

Sono stata soccorsa meravigliosamente dal mio Padre celeste con un canto che avevo imparato in nella mia assemblea:

“Loderò l’Eterno in ogni tempo …

 il Signore è presso a chi ha il cuor rotto  …

 ho cercato Dio e mi ha risposto,

 liberandomi da tutti i miei timor.”

Nel momento dell’angoscia, la gola stretta e il pianto mi impedivano di cantare; era difficile tirare fuori persino una sillaba. Allora cantavo in silenzio, mentalmente, con le lacrime agli occhi. Ma pian piano che affrontavo il panico e l’angoscia con queste parole edificanti, sono diventata capace di non piangere più e di cantare. E l’ansia, che inizialmente durava per ore, diventava sempre più debole, perché nel mio cuore veniva sostituita dalla lode.

Il cambiamento e la trasformazione sono stati progressivi, ma costanti. E sono uscita fuori dal mio stato depressivo.

 

6.   Infine un’ultima risorsa importante contro gli stati depressivi è l’attività fisica.

Gli attacchi di panico sono spesso accompagnati dall’agorafobia, cioè dalla paura degli spazi aperti; questo impedisce alle persone depresse di andare all’aperto per fare una qualche attività fisica.

Inoltre la tendenza a rinchiudersi in sé stessi, a rifiutare i rapporti umani, inducono i depressivi a stare molto in casa, per evitare di incontrare vicini, parenti ed amici e di dover dare spiegazioni del proprio stato.

I famigliari e le amiche della donna depressa dovranno incoraggiarla, con qualunque espediente, ad uscire dalla propria tana e a praticare un qualsiasi tipo di sport leggero. Sono utilissime le passeggiate in campagna, oppure brevi percorsi in bicicletta con il marito ed i figli, un pic-nic in montagna, una gita “fuori porta” con gli amici, ecc…

Bisogna forzare la mano alla persona depressa, ma con dolce fermezza, prima che la tendenza all’isolamento diventi importante, e quasi irreversibile; utilizzo il termine "quasi" perché con l’aiuto di Dio si può uscire dal tunnel della depressione.

Claudia

 

Un buon libro da leggere sull'argomento:

 

   "La depressione.  Tirarti su quando ti senti giù"

di EDWARD T. WELCH , Collana "Risorse per cambiare"

Alfa & Omega, 2005

Sito Web: www.alfaeomega.org  - Email: info@alfaeomega.org

 

La perdita d’ambizione, l’insensibilità emotiva, la paura, la rinuncia e la stanchezza, delineano ciò che comunemente chiamiamo depressione.

Se siete una delle tante persone che soffrono di depressione, c’è speranza e c’è aiuto; una via per rialzarsi quando siete a terra. Anche se non sentite di dover fare qualcosa, questo libretto vi propone degli agevoli passi per avviarsi sul sentiero che conduce fuori dalla depressione.

Edward T. Welch ci aiuta a comprendere le tematiche spirituali che sono coinvolte in questo processo, sia per i casi in cui la depressione è prodotta da problemi fisici che per quelli in cui essa è la causa di problemi fisici. Welch giunge al cuore di ciò che la depressione dice e significa e ci guida in un’analisi efficace della depressione da una prospettiva biblica.