CHIEDERE, DARE, RICEVERE E RIFIUTARE
Tutti gli scambi umani si articolano
intorno a questi 4 verbi.
Quanto ci sentiamo sufficientemente sicuri per osare
chiedere, dare,
ricevere e rifiutare, la nostra coppia funziona bene.
Ma spesso abbiamo disturbi nella comunicazione ed ignoriamo come
coniugare questi 4 verbi così semplici.
SPESSO NON SO CHIEDERE
Chiedere con chiarezza, vuol dire assumersi il rischio di un rifiuto
e dunque sentirmi frustrato nella richiesta.
Se sono
un tipo passivo:
- mi aspetto in anticipo un rifiuto («Non vale la pena chiedere di
uscire questa sera, so già cosa mi risponderà…»);
- desidero e aspetto, senza dire nulla («Ah, quest'anno avrei voglia di
passare il capodanno in un altro posto e non con i suoi…»).
Se sono un tipo attivo:
- esigo (« Hai l'aria triste, devi dirmi ciò che non va»),
- colpevolizzo l'altro («Se mi aiuti a spostare questo mobile, non mi
farò male alla schiena»),
- rivendico («Sono stufa di occuparmi dei bambini tutte le sere, se non
mi porti un po' fuori, mi cederanno i nervi, è sicuro»),
- chiedo in modo indiretto («Hai visto i vicini, hanno cambiato la
macchina loro!»).
Se oso chiedere chiaramente, proporre,
sollecitare, invitare, utilizzando frasi come « mi piacerebbe…,
vorrei…», la mia coppia funziona meglio.
SPESSO NON SO DARE
Dare significa assumersi il rischio che il compagno rifiuti di
ricevere e, perciò assumersi il rischio di un suo rifiuto.
Se sono
un tipo passivo:
- privo l'altro («Non contare su di me per essere accompagnato alla
partita»);
- mi vendico («Non ha pensato alla mia festa, non penserò alla
sua»),
- mi faccio vittima («Odio passare il sabato facendo spesa, ma visto che
ti fa piacere...»).
Se sono un tipo attivo:
- impongo («Sono sicura che mi ringrazierai un giorno di averti comprato
questo metodo per imparare l'inglese»),
- do all'altro ciò che vorrei ricevere io («Ho preso due biglietti per
il concerto di musica, era da tempo che desideravo andarci»),
- contratto («Ti aiuto a sistemare la cucina; così tu mi puoi attaccare
il bottone alla camicia… »)
La nostra vita a due sarebbe più felice se
donassi liberamente senza contropartite, senza calcoli, che siano
regali, ascolto, attenzioni, tempo o tenerezza.
SPESSO NON SO RICEVERE
Ricevere implica correre il rischio di cambiare davanti all'altro
attraverso ciò che ricevo da lui.
Se sono
un tipo passivo:
- subisco («Credi veramente che sia il momento di abbracciarmi? »),
- minimizzo il suo dono («Trovi carino il mio vestito? L'hai presa
sicuramente in saldo»),
- non mi sento degno («Non mi perdonerò le parole che gli ho detto ieri
sera. E lui mi ha regalato questi fiori questa mattina!»).
Se sono un tipo attivo:
- mi approprio del bene dell'altro, lo prendo prima che me lo dia («Non
ha l'aria di voler far l'amore ora; tanto peggio, sono suo marito, non ?
»).
La comunione con il mio partner si risolleverà se imparo a ricevere da lui con semplicità e riconoscenza i suoi complimenti, la sua ammirazione e le sue mancanze di tenerezza.
SPESSO NON SO RIFIUTARE
Rifiutare vuol dire assumersi le ferite che il mio rifiuto può
provocare all'altro.
Se sono
un tipo passivo:
- fuggo (« Ho orrore dei film polizieschi, ma non posso lasciarti andare
solo al cinema»),
- faccio finta di accettare (« Ah, hai invitato i tuoi colleghi a cena
questa sera? Certo che ti aiuto a preparare, anche se ho mal di testa»),
- eludo la domanda, ma mi sento colpevole (« Non oso dire a mia moglie
che ho orrore del sangue. Ma devo inventare una scusa plausibile per non
accompagnarla nella sala parto, come mi ha chiesto»).
Se sono un tipo attivo:
- rifiuto e respingo la domanda al mittente («Non se ne parla neppure di
avere un altro figlio. Non me ne parlare più! »),
- umilio e denigro («Non ti vergogni di chiedermi di consolarti, come se
tu 3 anni? La tua migliore amica ha traslocato, non è la fine del mondo!
»).
E' bene imparare a non fare certe richieste.
Per
coniugare bene il verbo comunicare, impariamo a:
CHIEDERE SENZA RETICENZE O PAURE, con la semplicità di un bimbo
RIFIUTARE SENZA COLPEVOLIZZARSI, imparando a non fare certe richieste
DARE SENZA RIMPIANTI O CALCOLI, come Cristo ha dato a noi
RICEVERE SENZA SENTIRSI FORZATI, come abbiamo ricevuto la grazia del Signore
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