Una famiglia modello

 

Soffermiamoci un po' su ciò che il Nuovo Testamento ci racconta di Aquila e di Priscilla.

Siamo nell'anno 52 dell'era cristiana.

 L'imperatore romano Claudio mostra dei forti sentimenti antisemiti espellendo i Giudei da Roma.

Aquila e Priscilla devono lasciare la città imperiale per trovare rifugio a Corinto.

Li troviamo appunto là leggendo l'inizio del capitolo 8 del libro degli Atti degli apostoli, durante il Secondo Viaggio Missionario di Paolo:

«Dopo questi fatti egli lasciò Atene e si recò a Corinto.

Qui trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall'Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si unì a loro.

Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro.

Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende.»        
(Atti 18:1-3)

 

In quel periodo, era usanza nelle famiglie aristocratiche israelite che i  figli imparassero un lavoro manuale prima di iniziare gli studi superiori; così in ogni situazione potevano badare ai propri bisogni. Potrebbe essere un metodo eccellente da proporre agli studenti dei nostri giorni, ma questo è un altro soggetto. Paolo aveva imparato il mestiere di fabbricante di tende, con ogni probabilità nella propria città natale, a Tarso in Cilicia. Solo in seguito che si è recato a Gerusalemme dove è entrato alla facoltà gestita dal maestro Gamaliele (Atti 22:3). Ma Dio sapeva che Paolo avrebbe avuto bisogno della professione che aveva imparata, quando avrebbe soggiornato a Corinto durante 18 mesi. Ha dunque costruito tende con Aquila e Priscilla, dando tutto il suo tempo libero alla predicazione dell'Evangelo. Fino a quando non si occupò a tempo pieno per la Parola: «... Paolo si dedicò completamente alla Parola.» (Atti 18:5)

Vi era molto interesse, i bisogni degli uditore si facevano pressanti,  e Paolo non ha più potuto dare due cose alla volta. Allora, durante questo periodo così fruttuoso del suo ministerio, chi ha provveduto ai bisogni materiali di Paolo? Certamente Aquila e Priscilla. Il loro desiderio di vedere delle anime liberate dalle tenebre del paganesimo era molto grandi,  che hanno fatto probabilmente dello straordinario nel loro l'atelier, per liberare Paolo da obblighi professionali.

Durante questi 18 mesi che l'apostolo passò con Aquila e Priscilla, dei legami solidi si sono instaurati tra loro; non ci stupisce perciò che abbia richiesto loro di accompagnarlo quando doveva lasciare Corinto. Aquila e Priscilla hanno chiuso la bottega, e tutti e tre sono partiti. Leggiamo (Atti 18:18-19): « Paolo... navigò verso la Siria, con Priscilla e Aquila... giunsero a Efeso, Paolo li lasciò là.» 
I Giudei di Efeso avrebbero desiderato che Paolo prolungasse il suo soggiorno nella loro città. Ma Paolo aveva fretta; voleva essere a Gerusalemme per la Pentecoste. Ha dunque pregato i suoi compagni d'opera, Aquila e Priscilla, di restare  a Efeso e di proseguire ciò che lui aveva iniziato.
Efeso era una città votata all'adorazione di Artemide, la Diana digli Efesini. Il tempio dedicato a questa dea era una delle sette meraviglie del mondo; il libro degli Atti ne parla così: «... il tempio della grandi dea Diana... colei che tutta l'Asia e tutto il mondo adora .» (Atti 19:27)

Ma Aquila e Priscilla non erano venuti ad Efeso per ammirare il tempio di Diana, né per fare fortuna costruendo delle tende.  Erano venuti per annunciare Gesù  Cristo ai Giudei e ai pagani di quella città. Mentre rendevano testimonianza di Gesù  Cristo ad Efeso, hanno incontrato un compatriota giudeo chiamato Apollo. Apollo aveva scoperto che Gesù  Cristo era il Messia promesso nell'Antico Testamento. Possiamo leggere a questo proposito: «Un Giudeo, chiamato Apollo, originario d'Alessandria, uomo eloquente e versato nelle Scritture, venne a Efeso. Era istruito nella via del Signore, e, fervente di spirito, annunciava ed insegnava con esattezza ciò che concerne Gesù, anche se non conosceva il battesimo di Giovanni.» (Atti 18:24-25) 

Ascoltando, Aquila e Priscilla è stato in grado di discernere che il suo insegnamento non era completo. Lo hanno invitato da loro: «Lo presero con loro, e gli esposero con più esattezza la via di Dio.» (Atti 18:26) 
Così la casa di Aquila e Priscilla è diventata il centro di studi biblici. In seguito, altre persone si sono probabilmente aggiunte ad Apollo, e hanno continuato a studiare la Parola di Dio da Aquila e Priscilla. Così quando l'apostolo Paolo ritornò ad Efeso qualche mese più tardi, ha trovato l'embrione di una Chiesa, di cui i  membri si radunavano regolarmente in casa di Aquila e Priscilla. Ne dà una testimonianza nel secondo capitolo della Prima Epistola ai Corinzi, scritta da Efeso in quel periodo: «Le Chiese di Asia vi salutano. Aquila e Priscilla, con la Chiesa che si trova nella loro casa, vi salutano molto nel Signore.» (1 Corinzi16:19)

Ma Aquila e Priscilla non sono rimasti a lungo ad Efeso: un anno o due al massimo. Dopo la morte dell'imperatore Claudio nell'anno 54, le misure di espulsione contro i Giudei sono state tolte, ed essi hanno potuto ritornare a casa loro a Roma. Ma Dio aveva permesso per loro questo periodo movimentato, innanzitutto perché conoscessero il Signore attraverso il ministerio di Paolo, poi perché  diventassero ferventi testimoni di Gesù Cristo. Perciò si sono sistemati nuovamente a Roma non tanto come fabbricanti di tende, ma piuttosto per propagare il messaggio della Parola di Dio.

A Roma, Aquila e Priscilla non hanno esitato ad esporre la loro vita per la causa dell'Evangelo. Hanno subito aperto la loro casa ai cristiani e alle persone che avevano  qui avevano  bisogno di Gesù Cristo, e quando nell'anno 58, l'apostolo Paolo indirizza ai credenti di Roma una delle maggiori epistole, scrive in particolare questo messaggio:

«Salutate Priscilla ed Aquila, miei collaboratori in Gesù Cristo, che hanno rischiato la loro vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni. Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.» (Romani 16:3-5)

Leggete nuovamente le ultime parole di questo messaggio: "... la Chiesa che si riunisce a casa loro."

A Corinto, Aquila e Priscilla avevano accolto da loro i credenti. Ad Efeso, una Chiesa si riuniva presso di loro. A Roma, avevano aperto una Chiesa nella loro casa. Ed il loro ministerio non si è fermato là, visto che 4 anni più tardi Paolo invia loro un altro messaggio ad Efeso, dove sono ritornati e dove appoggiavano la testimonianza dei cristiani di questa città (2 Timoteo 4:19).

Aquila e Priscilla sono stati una coppia che ha dato tutto al Signore e che si è interamente consacrata alla diffusione dell'Evangelo. 
Pur mantenendo le loro responsabilità professionali, hanno aperto la loro casa a tutte le persone desiderose di conoscere il Signore Gesù.
Furono di esempio; attraverso di loro Dio ha permesso  la fondazione di tre assemblee cristiane, 
e non di quelle minori: la Chiesa di Corinzi, di Efeso e di Roma.

 

Amiche... cosa non può fare il Signore con una coppia unita
completamente consacrata, senza riserve, al Suo capo divino!? 

Perché Gesù Cristo non si servirebbe delle nostre famiglie cristiane, coppie e future coppie, per iniziare un lavoro spirituale nel nostro quartiere? 

La nostra generazione è avida di vedere la testimonianza pratica d'uomini e di donne, 
di coppie che vivono il Vangelo; possiamo essere la prova che la Parola di Gesù trasforma l'esistenza e dà la vera felicità.

 

 

Amiche, rileggete la biografia d'Aquila e Priscilla,

pregate da sole e con il vostro compagno... 

... mettetevi ai piedi del Signore per seguire il loro esempio! 

                  Sara      

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