“Il sacerdote di Madian aveva sette figlie …
Mosè accettò di abitare da quell'uomo.
Egli diede a Mosè sua figlia Sefora.
Ella partorì un figlio che Mosè chiamò Ghersom;
perché disse: «Abito in terra straniera».”
(Esodo 2)
Sefora, la moglie di
Mosè. Una donna di cui la Bibbia parla poco, eppure
era la moglie di un grande uomo di Dio, il liberatore del Suo popolo ed il
grande scrittore del Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia.
Scopriamo tra le righe della Parola di Dio la personalità di questa donna.
Innanzitutto Sefora non era una donna israelita, ma una madianita. Era
figlia di un sacerdote di Madian, che Mosè incontrò quando fuggiva
dall’Egitto, dopo aver ucciso un egiziano.
Mosè si trovava in una terra straniera, e per lui che era stato allevato
alla corte del Faraone, faceva una bella differenza; dopo la ricchezza e la
sapienza della corte egiziana, dopo aver vissuto in una delle nazioni più
influenti ed avanzate culturalmente del mondo, ora si trova nel deserto,
presso dei semplici pastori.
Dalle parole di Mosè, alla nascita del figlio, cogliamo una nota di rassegnazione per la sua situazione di abbassamento totale:
«Abito in
terra straniera».
Dopo la nascita di Ghersom, il primo figlio di Mosè e Sefora, avvenne il
primo incontro di Mosè con Dio:
“Mosè pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e,
guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb.
L'angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno.” (Esodo 3:1)
Questo incontro fece sì che Mosè comprendesse qual era il piano di Dio per
la sua vita, la sua missione di liberatore del popolo d’Israele e di grande
legislatore.
Così si decise, dopo 40 anni di deserto, a lasciare la casa del suocero
Ietro, per andare in Egitto.
“Allora Mosè se ne andò, tornò da Ietro suo suocero e gli disse:
«Lascia che io vada e ritorni dai miei fratelli che sono in Egitto, e veda se sono ancora vivi».
Ietro disse a
Mosè: «Va' in pace».
Il SIGNORE disse a Mosè in Madian: «Va', torna in Egitto,
perché tutti quelli che cercavano di
toglierti la vita sono morti».
Mosè dunque prese sua moglie
e i suoi figli, li mise su un asino e tornò nel paese d'Egitto.”
(Esodo 4:18-20)
Mosè affrontò a ritroso il viaggio in Egitto, con moglie e figli, su un
asino…
Durante il suo soggiorno in Madian, Mosè aveva trascurato di ubbidire ad
un comandamento che Dio aveva dato al suo popolo: la circoncisione di ogni
figlio maschio. E il primogenito di Mosè e Sefora, Ghersom, non era stato
circonciso.
È possibile che sia stata Sefora ad opporsi a questa circoncisione, per
proteggere il figlio da un rito che lei giudicava barbarico.
Non dimentichiamo che Sefora apparteneva ad una religione diversa, ad una
cultura diversa da quella del marito e che era di una razza diversa.
Forse Sefora si oppose alla circoncisione perché giudicava che questa
fosse un’operazione pericolosa e il suo cuore di mamma ne soffriva; non
voleva che il figlio soffrisse per un male inflitto dal marito. Questo rito
era contrario alla sua cultura, e il cuore naturale di Sefora si contrappose
alle ragioni spirituali di Mosè.
Ma Dio non dimentica mai la vita dei Suoi figli.
Egli osservò che il Suo strumento Mosé era mancante e che non poteva
servirsi di lui, per attuare il suo grande piano di liberazione. La sua vita
aveva bisogno di essere in accordo con la volontà di Dio e doveva avvenire
una purificazione.
E così, durante il viaggio, accadde un fatto stranissimo:
“Mentre si trovava in
viaggio, il SIGNORE gli venne incontro nel luogo dov'egli pernottava, e
cercò di farlo morire.” (Esodo 4:24)
Mosè e Sefora erano ormai sposati da quasi 40 anni ed ora erano arrivati
ad una forte crisi matrimoniale: Mosè venne colpito da una malattia
improvvisa e mortale.
Una malattia così seria non poteva che spingere questa coppia a
riesaminare la loro vita, per vedere qual era la ragione di questa
situazione dolorosa. Come poteva Dio colpire di morte un uomo che aveva
appena inviato a compiere una missione così importante? Esisteva una strana
contraddizione!
Ed fu proprio Sefora che comprese il problema: il figlio Ghersom non è
stato circonciso, secondo la volontà di Dio.
Perché la circoncisione del figlio era una cosa così importante per Dio?
Perché era il simbolo del patto tra Dio e il suo popolo. In Genesi 17:10-14
leggiamo:
“Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te:
ogni
maschio tra di voi sia circonciso.
Sarete circoncisi; questo
sarà un segno del patto fra me e voi.
All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione:
tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero
e che non sia della tua discendenza.
Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso;
il mio patto nella
vostra carne sarà un patto perenne.
L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio,
sarà tolto via
dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto.”
Mosè non poteva diventare capo del popolo eletto da Dio, se non adeguava
la sua vita e quella della sua famiglia alle regole divine e se ignorava il
simbolo per eccellenza del patto con Dio.
Mosè era così prostrato e debole, a causa della malattia, che non poté
compiere il rito di circoncisione e fu proprio Sefora che incise
la carne del figlio, nonostante la sua avversione.
Arrivò al punto di farlo con uno strumento di fortuna:
“Allora Sefora prese una selce tagliente, recise il prepuzio di suo figlio
e con quello gli toccò i piedi di Mosè,
dicendo: «Tu sei per me uno sposo di sangue!»
Allora il SIGNORE lo lasciò.
Lei aveva detto: «Sposo di sangue!», a
causa della circoncisione.”
(Esodo 4:25-26)
Sefora salvò la vita del marito, compiendo un atto contrario alla
propria
volontà. Le sue parole di sfida lo dimostrano:
«Tu sei per me uno sposo di sangue!»
Sefora non era sposata con un marito qualunque, perché Mosè doveva
compiere il piano di Dio. Così la sua vita è stata influenzata da
quest’opera divina. Aveva avuto Mosè per sé per quasi quarant’anni; ora
doveva piegarsi alla volontà di Dio.
Doveva accettare che per il marito, Dio venisse prima di lei e dei suoi
figli e doveva accettarne le regole spirituali.
Cerchiamo di trarre un insegnamento spirituale. Mosè era sposato con una donna che stentava a comprendere la sua spiritualità, che non capiva il suo speciale rapporto con Dio.
È possibile che tu sia sposata con un non credente; sicuramente la tua vita non
è
facile, perché tuo marito non comprende il tuo desiderio di amare e servire
il tuo Signore e Salvatore. Ma la tua fedeltà a Dio può convincere il cuore
di tuo marito e di tutta la famiglia.
L'insegnamento degli apostoli è questo:
"Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché,
se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola,
siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli,
quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa." (1 Pietro 3:1-2)
Non lasciarti fermare sul cammino della tua fede; anzi, cogli le tue
difficoltà come delle opportunità per guidare la tua famiglia verso la luce
di Gesù Cristo.
Sefora non potrà seguire il marito nell’opera di liberazione del popolo
ebraico. Infatti sembra che dopo questa crisi matrimoniale, Mosè la rimandi
dal padre, molto probabilmente allo scopo di proteggerla da tutti i fatti
drammatici che seguiranno nella sua vita.
Mosè comprende che non può occuparsi contemporaneamente dell’opera di Dio e della sua famiglia.
Ma, una volta compiuta la sua missione, Dio si impegna
a riunirlo alla moglie e ai figli.
Leggiamo i fatti nella Bibbia:
“Ietro, suocero di Mosè, aveva preso Sefora, moglie di Mosè,
dopo che era stata rimandata, e i due figli di Sefora.
Uno si chiamava Ghersom; perché Mosè aveva detto: «Abito in
terra straniera».
L'altro si chiamava Eliezer, perché aveva detto:
«Il Dio di mio padre è stato il mio aiuto e mi ha
liberato dalla spada del faraone».
Ietro, suocero di Mosè,
andò da Mosè, con i figli e la moglie di lui, nel deserto dove egli era
accampato, al monte di Dio, e fece dire a Mosè: «Io, Ietro, tuo suocero,
vengo da te con tua moglie e i suoi due figli con lei».
Allora Mosè uscì a incontrare
suo suocero, s'inchinò e lo baciò; s'informarono scambievolmente della loro
salute, poi entrarono nella tenda. Allora Mosè raccontò a suo suocero tutto
quello che il SIGNORE aveva fatto al faraone e agli Egiziani per amore
d'Israele, tutte le sofferenze patite durante il viaggio e come il SIGNORE
li aveva liberati.
Ietro si rallegrò di tutto il
bene che il SIGNORE aveva fatto a Israele, liberandolo dalla mano degli
Egiziani.
Ietro disse: «Benedetto sia il SIGNORE, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone; egli ha liberato il popolo dal giogo degli Egiziani!
Ora riconosco che il SIGNORE è più grande di tutti gli dèi;
tale si è mostrato quando gli Egiziani hanno agito orgogliosamente contro Israele».
Ietro, suocero di Mosè, prese un olocausto e dei sacrifici per
offrirli a Dio; Aaronne con tutti gli anziani d'Israele vennero a mangiare
con il suocero di Mosè davanti a Dio.”
I fatti straordinari della vita di Mosè, i miracoli che Dio aveva compiuto
per mezzo suo, convinsero il suocero che l’unico vero Dio è il Dio
d’Israele.
E Sefora, la moglie messa da parte per un tempo, ritrovò il marito per
vivere tra il suo popolo.
Claudia
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