"E prego che il vostro amore abbondi sempre più

in conoscenza e in ogni discernimento,

perché possiate apprezzare le cose migliori,

affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo,

ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo,

a gloria e lode di Dio."
Filippesi 1:9 - 11

Il cristiano, realmente tale, per definizione ha conosciuto l'amore di Dio. Non è possibile avere un rapporto personale con Cristo se non si ha chiaro che è proprio l'amore di Dio - espresso nel sacrificio perfetto Figlio di Dio - che consente all'essere umano peccatore di superare il divario invalicabile prodotto dai peccati e che ci separa da Dio.

E questo amore è profondo ed ineguagliabile.

Ma come si esprime invece il nostro amore? Libri e libri cristiani trattano a iosa di questo argomento; molti ne parlano negli incontri, ma com'è impegnativo viverlo! In una lettera redatta tra il 61 e il 63 d.C. Paolo esprime ai cristiani di Filippi il desiderio che il loro amore si sviluppi e diventi traboccante. Paolo chiede in preghiera a Dio uno sviluppo preciso dell'amore dei Filippesi.

Primo, Paolo domanda una crescita debordante caratterizzata dalla conoscenza di Dio e della Parola di Dio.
Secondo, desidera per i cristiani di Filippi un
discernimento spirituale che permette di vivere una vita santa.

Non si tratta di una conoscenza arida e di un freddo discernimento... ma di un profondo lavoro che Dio fa nel nostro cuore che ci porta a cambiare prospettiva nel giudicare le cose e valutare coloro verso i quali siamo chiamati a manifestare l'amore.

La conoscenza di Dio che si ha attraverso la Sua Parola implica l'apprendimento per esperienza dei gusti del Signore. Un bambino fin dalla nascita impara quali siano i comportamenti, le abitudini e i desideri dei propri genitori. Come per osmosi i comportamenti e le maniere della famiglia vengono trasmesse al piccolo. Così è per il cristiano.

Al momento della nuova nascita comprendiamo una piccola parte del piano di Dio per noi... applicandosi alla lettura e allo studio della Parola comprendiamo sempre di più i pensieri che Dio medita per noi e quali siano i Suoi disegni, concepiti fin dalla fondazione del mondo per la Sua famiglia, la Chiesa.

Il progresso nella conoscenza di Dio porta inevitabilmente alla crescita e alla maturità spirituale. E la maturità spirituale comporta il discernimento, ossia la capacità critica di valutare il bene e il male e la facoltà di giudizio di fronte alle circostanze.

Facciamo qualche esempio.

Accade che col passare degli anni i credenti siano convinti di progredire spiritualmente e manifestino un atteggiamento di superiorità nei confronti dei nuovi convertiti. In questo caso, si valuta la crescita spirituale in base agli anni passati dal giorno della conversione, con un parametro ben diverso da quello indicato dall'apostolo Paolo:

"Comportatevi come figli di luce,

poiché il frutto della luce consiste

in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità,

esaminando che cosa sia gradito al Signore."

(Efesini 5:8-10)

"Il frutto dello Spirito invece è

amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,

fedeltà, mansuetudine, autocontrollo."

(Galati 5:22)

 

Accade poi che, convinti di avere doti speciali di discernimento, ci si lanci in valutazioni su altri credenti del tutto gratuite, sedendosi anche sul "banco degli schernitori", magari basando le proprie valutazioni sul sentito dire, sui mormorii e persino sulle calunnie. In questo modo si creano ferite profonde e scandali vergognosi. Niente di più infantile spiritualmente.

Il libro di Isaia descrivendo profeticamente il Messia e le Sue qualità (Isaia 11:3) ribadisce una caratteristica di Cristo che dovrebbe farci molto riflettere: "non darà sentenze stando al sentito dire". "Frequentando assiduamente" la Parola di Dio si diventa propensi ad inclinare il nostro orecchio più a cosa sia gradito a Dio che a ciò che si racconta in giro. In questo modo, possiamo apprezzare le cose migliori.

Chi ha discernimento sceglie le cose migliori... si sceglie, ad esempio, la bontà, la grazia e la verità. Chi ha discernimento delle cose spirituali imposta e modera la propria vita in prospettiva di una vita che va oltre la morte... la prospettiva dell'eternità e del tribunale di Cristo, dove ogni credente dovrà rispondere e riceverà la retribuzione delle proprie azioni su questa terra (2 Corinzi 5:10).

Se da un lato la destinazione degli empi - di coloro che non si ravvedono delle loro colpe - è segnata fin da ora dalla condanna all'inferno, dall'altro, come figlie di Dio dovremo rendere a conto a Lui di noi stesse. E a chi più e dato, più è ridomandato!

Per questa ragione, siamo chiamati ad essere limpidi e irreprensibili per il giorno in cui Cristo ci porterà a Sè. Che il Signore ci aiuti ad apprezzare le cose migliori... e a fare a gare nel produrre frutti di giustizia che non solo glorificheranno Dio, ma ricolmeranno d'amore i nostri simili!

Fraternamente,

Sara

 

 

"Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo,
non cessiamo di pregare per voi e di domandare
che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio

 con ogni sapienza e intelligenza spirituale,
perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa,

portando frutto in ogni opera buona

e crescendo nella conoscenza di Dio."
Colossesi 1:9 -10

 

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