Ho visto un povero 

 

Ho visto un povero,

era un vecchio,

sedeva ai margini della società;

e da lì, poteva vedere indisturbato

la scena del mondo che passava.

 

Ho visto un povero,

era una mamma,

che dal suo magro sacchetto della spesa,

traeva qualcosa da dare

a chi aveva meno di lei.

 

Ho visto un povero,

era un bimbo,

che tra i libri di scuola cercava invano

nello zainetto  la sua merenda.

 

Che silenzio, che quiete,

I poveri non fanno rumore,

per non disturbare,

e piano si avviano sul far della sera,

col cuore sereno alla casa del Padre.

La povertà

 

Un povero è povero

Ma è un povero e basta

Per lui non c’è posto.

Il povero guarda, ma nessuno lo vede.

Perché non è nessuno.

Il povero vede il ricco

Circondarsi di persone perbene.

E piange.

Ma nessuno lo vede.

Sente il benestante

fare discorsi  futili.

E lui oggi cosa mangerà?

Il povero è inutile

Perché non ha i soldi

Per pagare la tua amicizia.

Il povero china il suo capo

Quando è umiliato.

Da chi pensa

Di esser migliore.

Il povero è povero.

Ma non è più

Un povero e basta;

può dare il suo amore

a chi come lui

non può pagare

per avere il tuo sorriso.

La valigia

 

Tra i miei bagagli a mano

ho giusto qualche cosa;

son pochi i miei bisogni

perché in Lui ho tutto.

 

Ma nella mia valigia

vi ho messo la speranza,

la fede,la pazienza,

l’amore e la giustizia.

 

Due soldi e qualche sogno,

che pure quelli servono

d’aiuto ad un fratello

nell’ora del bisogno.

 

Oggi ho dovuto aprirla,

anzi l’ho spalancata

quella valigia piena

di doni del Signore.

 

Tutto era in bell’ordine

Come lo ricordavo,

solo non rispondeva

la fede al mio appello.

 

Dove sarà finita?

Chiedevo al mio Signore.

E Lui con sguardo mesto

e la sua voce amabile,

mi disse: taci e ascoltami,

fruga nella valigia,

leggi la mia parola

e la ritroverai.

Lettera a mia figlia

 

Cara Manu,

mentre scrivo dormi ancora, faccio piano per non svegliarti, così anche io mi godo un po’ il  silenzio della casa e posso scrivere i miei pensieri. Oggi per te è un giorno importante, so che sei molto tesa e stranamente anche io lo sono.

Questo è il tuo esame di maturità, (si chiama così perché si presume che superatolo una persona è da ritenersi matura) dal canto mio so quanto tu lo sia già.

Quello che volevo dirti è che sono fiera di te, sei arrivata a questa prova lavorando sodo, andando a scuola per cinque lunghi anni con le stesse scarpe e i pantaloni che tante notti abbiamo asciugato davanti alla stufa perché era l’unico paio, studiando sulle fotocopie dei libri delle tue compagne.

Ti ringrazio per non esserti mai lamentata di ciò che non ho potuto darti ma sei andata avanti con i nostri poveri mezzi con la dignità e l’orgoglio che ti contraddistinguono.

Cara, piccola Manu, oggi voglio che esca di casa con la serenità e la certezza di essere circondata da un mondo d’amore, è l’unica cosa che conta e che ti aiuterà a superare tutti gli esami che la vita ti metterà davanti, che sono i più difficili.

L’augurio che ti faccio è che tu abbia una vita luminosa e piena d’amore, che ciò che sai possa trasmetterlo a chi ti circonda con umiltà e dolcezza. Ti auguro di avere successo, so che ami competere, fallo sempre con lealtà .Abbi fiducia in te stessa,ma anche il coraggio di rimetterti sempre in discussione,ce la farai Manu!

Anche nelle difficoltà non mollare mai, sorridi sempre alla vita anche se la vita non sempre potrà sorriderti.

Con l’aiuto di Dio e il tuo coraggio fai in modo di dare il tuo contributo alla società aiutandola a rendere questo mondo migliore.

 

Un abbraccio

Mamma

 Abbasanta 22 giugno 2005

 

 

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