"Presso
la croce di Gesù stavano sua madre
e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e
Maria Maddalena."
Giovanni 19:25
La prima scena si svolge al momento della crocifissione, al culmine del sacrificio di Gesù. Tutti hanno abbandonato il Signore, invece, queste quattro donne, di cui tre con il medesimo nome, si avvicinano il più possibile alla croce e sono testimoni della Sua morte. La prima donna è la madre del Signore Gesù; vi è poi la sorella di Maria e, di seguito, sono nominate Maria di Cleopa e la Maddalena. Da lontano diverse donne seguivano con la folla la scena dalle crocifissione, ma queste quattro sono rimaste vicine a Lui, anche se successivamente sono state allontanate dai soldati romani. Forse volevano udire ancora qualche parola dell'amato Maestro e dimostrarGli fino alla fine il loro affetto.
Il tenero sentimento di queste donne è sicuramente commovente.
Durante le Sue sofferenze, a parte Giovanni, tutti i discepoli si sono defilati.
Queste donne continuano invece a starGli vicino: non possono salvarLo, né
alleviarGli il dolore, ma Gli rimangono vicine facendoGli sentire tutto il loro
affetto.
Avevano provveduto ai Suoi bisogni durante i Suoi giri missionari in Galilea e
il suo viaggio a Gerusalemme; ed ora, con mirabile devozione, stanno ai
piedi della croce, dimentiche di sé, nella speranza che venga loro permesso di
servire, nei Suoi ultimi momenti, quel Maestro che tanto amavano.
E come le altre tre, Maria di Cleopa era una donna che andava fino in fondo. La ritroviamo probabilmente qualche ora dopo, davanti al sepolcro con altre, dopo che Gesù è spirato (Matteo 27:56). E' testimone del terremoto che scuote la terra, fa schiantare le rocce e liberare dei risorti dalle tombe... che scena impressionante! Ma Maria non si lascia impressionare.
Non è venuta là con le altre per curiosità, ma perché desiderano rendere gli ultimi onori al corpo del loro Signore e Maestro. Però l'avvicinarsi della notte e del sabato rende impossibile, per quella sera, l'attuazione del loro disegno; ma vogliono almeno vedere dove si pone il corpo, ed osservare attentamente la posizione del sepolcro per essere certe di non sbagliarsi al ritorno.
Riescono infatti in questo intento. E lasciato trascorrere il sabato di riposo,
domenica mattina all'alba, Maria di Cleopa si ripresenta al sepolcro con Maria
Maddalena per imbalsamare il corpo del Signore.
Le aspetta però un'esperienza che non si sarebbero mai immaginate: prima un
nuovo terremoto. Ma questa volta la natura non trema più per la morte del Suo
Creatore, ma freme perché Egli ha vinto la morte.
All'improvviso un angelo appare dicendo:
Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse:
"Voi, non temete;
perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso.
Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto;
venite a vedere il luogo dove giaceva."
Che spavento, ma quanta gioia nel cuore dopo tutti quegli avvenimenti sapere che Gesù è risuscitato!
E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento
e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli.
Lo stesso giorno, nel Vangelo Luca è riportato
un fatto altrettanto speciale accaduto a quello che la maggior parte dei
commentatori riconoscono come il marito di Maria: Cleopa. Si tratta di
uno dei due discepoli che incontrano il Signore Gesù sulla via di Emmaus
(cfr. Luca 24:18).
Come le donne, anche Cleopa non aveva altro in testa se non quello che era
accaduto i giorni precedenti; discorre e discute con un altro discepolo della
morte di Gesù e su quei racconti davvero strani fatti dalle donne
sull'apparizione di Gesù Risorto.
Ricordiamo le sue parole toccanti:
"
Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole
davanti a Dio e a tutto il popolo;
come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati
lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele!"
(Luca 24:20-21)
Dobbiamo capire il sentimento che pervadeva la famiglia di
Cleopa: fino a domenica mattina vi è una grande
tristezza per una SPERANZA ridotta in polvere!
Le parole del marito
“Noi speravamo…”
traducono bene l’immensa inquietudine di tanti cuori umani.
Ma
questo
“Noi speravamo…”
è anche l’espressione della rovina di qualsiasi sogno MESSIANICO: tutti
sognavano che Israele fosse liberato dalla potenza usurpatrice che lo stava
dominando e che nessuno poteva accettare.
Se il Messia avesse liberato il popolo dall’oppressore avrebbe permesso anche che Dio fosse servito senza
timore, in santità e giustizia.
Come potevano comprendere questo strano paradosso, di un
Messia glorioso e allo stesso tempo umiliato?
Quando Gesù insegnava, Maria di Cleopa ed il marito pendevano dalle sue
labbra.
“Noi speravamo…”
"
non hanno trovato il suo corpo,
e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli,
i quali dicono che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro
e hanno trovato tutto come avevano detto le donne;
ma lui non lo hanno visto"
(Luca 24:22-24)
Gesù con grande amore spiega a questi due discepoli come
tutto quello che è accaduto era secondo i piani di Dio e come le parole delle
donne erano veritiere.
Che meraviglia!
Cristo spiega ai suoi discepoli tutta l'opera che è venuto a compiere... non si
trattava solo di salvare Gerusalemme, ma la salvezza era per tutte le genti. Il
cuore di questi due discepoli arde, adorano
il Signore e ritornano a Gerusalemme con una grande allegrezza.
La
loro conoscenza della sua Messianità e Divinità è ormai chiara e distinta; le
tenebre sono passate e la vera luce risplende sopra loro. Essi credevano
fermamente che, sebbene non dovessero più rivederlo coll'occhio materiale, Egli
sarebbe stato con loro e con la sua vera Chiesa fino alla fine del mondo.
Questa era la sorgente della gioia che riempiva il loro cuore.
Gesù ha scelto per essere testimoni della Sua morte e, soprattutto, della
Sua resurrezione alcune donne e due discepoli smarriti, ma desiderosi di aver le
idee chiare su tutto ciò che riguardava il loro Maestro.
Maria di Cleopa nel voler essere vicina al suo Maestro fin alla fine è stata
testimone di eventi straordinari: la morte del Signore, ma anche di terremoti,
resurrezioni di morti, dell'apparizione di un angelo che incoraggia lei e Maria
Maddalena a non temere, a verificare e a credere che il Cristo è risorto.
Cleopa è stato scelto, con il suo compagno, ad incontrare il Cristo Risorto
proprio perché non poteva darsi pace che tutto quello che aveva visto durante la
vita del Signore fosse finito con la Sua morte: doveva esserci dell'altro. Così
è stato chiamato a parlare direttamente con il Salvatore e ad essere testimone
che Cristo è venuto per dar la possibilità a tutti gli uomini che credono in
Lui, che chiedono il perdono dei peccati, di trovare la salvezza nella Sua opera
unica e grandiosa.
Anche noi dobbiamo tenerci stretti a Gesù come lo sono state queste donne.
Anche noi dovremmo fremere d'amore per il nostro Salvatore, gioire perché il
nostro Signore è seduto nei Luoghi Altissimi, alla destra del Padre, dove ci
ha preparato un posto e ci attende.
La vita di Cleopa e di sua moglie non è stata più la stessa dopo questi
incontri. Probabilmente stavano tra i discepoli sempre nel tempio e
benedicevano. Quante promesse fatte dal Maestro durante la Sua vita terrena
da ricordare e da raccontare... non c'era tempo per spettegolare o
affaccendarsi in mille attività inutili; ma solo per rallegrarsi, benedire e
ricordare raccontando a tutti gli altri quali meraviglie aveva fatto il
Salvatore.
Anche noi che abbiamo incontrato Cristo nelle nostre vite siamo chiamate a rendere testimonianza della verità del Vangelo del nostro Maestro, dell'amore del Suo cuore, della felicità di servirLo, dell'eccellenza delle Sue norme di vita a fronte di tutto ciò che invece offre il mondo intorno a noi.
Anche noi siamo chiamate a non perdere tempo dietro cose vane, ma sempre a lodare Dio per la Sua opera immensa di cui ci parla la Scrittura.
Che il Signore ci aiuti ad essere sempre tra coloro che LO AMANO e si rallegrano nel penetrare il segreto delle cose scritte nella Sua Parola: solo con Lui il cuore si dilata e l’anima festeggia.
Sara
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