Principessa fra le donne
"Per fede anche Sara stessa,
benché avesse
oltrepassato l’età
ricevette forza per concepire il seme e partorì,
perché ritenne Fedele
colui che aveva
fatto la promessa.
Ebrei 11:11
Abramo e Sara, una coppia a cui Dio si rivela
La scena si svolge a Ebron, duemila anni prima
di Cristo. (Leggi Genesi cap.18:9-15)
Sara ride,
non perché è felice, ride per quello che ha sentito, che lei, donna di
ottantadue anni avrà un bambino.
Un figlio!
Impossibile!
Sia Sara che
il marito sono troppo vecchi
per un bambino, è biologicamente impossibile che ella possa portare alla
luce un figlio nonostante abbiano aspettato tutti questi anni.
Dio stesso
aveva loro promesso venticinque anni prima un figlio, ma la promessa non era
stata attuata.
Poteva
esserci un errore? Sara ripensò a quegli anni...
In quel
periodo abitavano in Ur, centro di cultura e di commercio nel sud della
Mesopotamia, benché non fosse più ricca e fiorente come un tempo, poteva
ancora dare un’esistenza ricca ai suoi abitanti.
I suoi
artigiani erano superati solo da quelli egiziani, le navi nel suo porto
portavano merci dall’oriente che erano scambiate col grano che cresceva in
quelle zone.
Molti
cittadini erano ricchi ed abitavano in case spaziose.
Sara ed
Abramo avevano vissuto serenamente ad Ur per molti anni tra amici e parenti,
ma un giorno qualcosa cambiò la loro vita radicalmente.
Dio era
apparso ad Abramo in modo glorioso, così glorioso che aveva rimosso ogni
dubbio sulla sua identità, questo era il vero Dio, non il dio luna che i
padri d’Abramo avevano adorato.
Dio ordinò ad
Abramo di lasciare quella regione e i propri parenti e di andare in un paese
che Egli (Dio) gli avrebbe indicato.
L’ordine gli
era stato dato insieme con una promessa: “Ed io farò di te una grande
nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e tu sarai una
benedizione. Sì Io benedirò coloro che ti benedicono e maledirò quelli che
ti maledicono, ed in te tutte le famiglie della terra saranno benedetti.”
Genesi 12:2-3.
Abramo ubbidì
immediatamente. Sara dovette adattarsi alla decisione del marito,
all’improvviso da cittadini di una ricca città piena di confort essi
divennero seminomadi.
Come succede
a molte donne, per Sara non è stato facile lasciare la sua casa, i suoi cari
ed affrontare un futuro ignoto, ma aveva ubbidito a suo marito e aveva
confidato in Dio che gli aveva parlato.
Per mesi essi
viaggiarono, spostandosi lentamente a causa degli animali, finché giunsero a
Heran,
Poi
ripartirono, si fermarono di nuovo, stavolta un po’ più a Sud, nel paese dei
Caldei e si stabilirono a Haran, fu allora che il loro padre Terah, (infatti
Sara era sorellastra d’Abramo, a quei tempi era costume sposarsi nell’ambito
famigliare), morì.
Con il
decesso del padre e l’assenza dei parenti che erano rimasti a Heran, Sara si
sentì ancora più sola, solo Lot, il cugino, viaggiava con loro.
Nonostante le
loro perdite due cose erano immutate: prima di tutto continuavano a credere
nelle promesse di Dio, pensavano che avrebbero potuto avere ancora un
bambino nonostante l’età, Abramo aveva 75 anni, lei 65.
In secondo
luogo continuavano a vivere nel rispetto e nell’amore reciproco, non era
facile.
Come Abramo,
Sara aveva una forte personalità, aveva un certo caratterino, aveva fatto
del suo meglio per adattarsi al marito ed a ubbidirlo, è vero, ma aveva una
testa sua e godeva di una certa libertà interiore.
Spesso Sara
rifletteva su queste cose ed era convinta di questo: che la sua relazione
col marito era il frutto dalla sua relazione con Dio.
La sua
fiducia in Dio la faceva una donna fedele e forte, capace di affrontare una
vita con coraggio e vivere in armonia col marito.
Aveva
ubbidito ad Abramo ed aveva dato a lui il primo posto nella sua vita, del
resto Abramo la rispettava, ascoltava i suoi consigli e la onorava della sua
amicizia.
Erano amici
ed amanti, insieme discutevano le cose che riguardavano la giornata.
Dal momento
che erano in comunione con Dio e in comunione fra loro, il loro matrimonio e
la loro vita spirituale crescevano di pari passo.
Sara messa in pericolo dal marito
Nel frattempo
erano andati in Sichem dove Dio era apparso ad Abramo e di nuovo gli aveva
detto: “Tu avrai discendenti e io ti darò questa terra.”
Alla fine
avevano raggiunto la loro destinazione e ancora speravano di avere il figlio
promesso.
Per
gratitudine Abramo costruì un altare a Dio, ma a causa di una gran carestia
che era venuta nel paese, si spostò verso Sud per poter trovare cibo per la
sua famiglia e per gli animali.
Stavolta però
aveva fatto tutto di sua volontà senza chiedere consiglio a Dio, andarono in
Egitto, in una direzione che a Dio non piaceva.
La vita non
era stata facile in Egitto, perché Sara era bellissima e Abramo aveva temuto
per la sua vita, pensando che gli egiziani lo avrebbero ucciso per poterla
avere.
Così Abramo
le aveva detto: “per favore dì che sei mia sorella, così non cercheranno
di uccidermi.” Così per paura, Abramo aveva trovato rifugio in una
bugia.
E’ vero che
all’inizio delle loro peregrinazioni erano d’accordo di usare questa
tattica, la loro coscienza era stata zittita del fatto che in realtà non era
una bugia.
Eppure era un
uomo che aveva avuto fiducia in Dio per tanti anni!
Come Abramo
aveva previsto, la sua bellezza era stata notata ed ella andò a finire
nell’harem del Faraone.
La paura
d’Abramo di morire non solo aveva messo in pericolo l’incolumità di
entrambi, poteva insinuare in Sara dubbi e minare alla base il loro
rapporto.
Ma Dio, in
cui ella aveva fiducia, intervenne attraverso tormenti e grandi piaghe nella
casa del Faraone. Il re d’Egitto intuì che la causa di tutti i suoi mali era
il matrimonio con Sara, la rese ad Abramo sottolineando l’inganno in cui era
caduto e lo scacciò in malo modo.
In seguito a
ciò erano tornati al paese che Dio aveva promesso loro, portando con sé una
giovane schiava egiziana, Agar.
Una promessa divina non mantenuta?
Gli anni
passavano, continuavano a passare senza il figlio promesso.
Abramo si
stava domandando se per caso un figlio adottato sarebbe stato la soluzione
voluta da Dio, forse il figlio sarebbe Eliezer, l’uomo più importante del
casato.
Ma questo non
era il piano di Dio, il Signore aveva promesso che l’erede di Abramo sarebbe
stato concepito da Sara.
La promessa
di un discendente rimaneva immutabile, era stata confermata da un
patto.(Genesi cap. 15:18)
Benché Dio
avesse ripetuto le sue promesse, era stato lento ad adempirle.
Sara sapeva
per esperienza che vivere una vita di fede significava non solo soffocare il
ragionamento umano, ma essere anche molto paziente.
La fede e la
pazienza vanno di pari passo e non possono essere comprate facilmente come
della merce, ma si imparano attraverso la difficile scuola della vita.
Perciò Abramo
e Sara dovettero imparare che la fede è ancorata al solido terreno delle
promesse di Dio, non alle sabbie mobili delle possibilità umane.
Ma erano
diventati impazienti e l’impazienza porta a commettere errori, così è stato
per Abramo e sua moglie.
Sara
rendendosi conto del fatto che gli anni in cui poteva concepire figli erano
passati, suggerì ad Abramo di prendere come concubina Agar, la schiava che
avevano portato dall’Egitto.
Ella si era
adattata ai costumi dei tempi, dopo tutto queste cose succedevano
frequentemente.
Ma quello che
aveva fatto era sbagliato, perché mancava di fede. Aveva voluto vedere
adempiuta la promessa di Dio ad ogni costo e nel momento scelto da lei.
Il vero
problema di Sara, naturalmente, non fu la mancanza di pazienza, ma il fatto
di aver cercato una soluzione da sola. Aveva voluto agire in prima persona e
ora doveva pagarne le conseguenza.
Che cosa
aveva spinto Abramo ad ascoltarla? Questo ancora non è chiaro, ma come Adamo
prima di lui, egli pagò le conseguenze dell’aver ascoltato il suggerimento
della moglie.
Gli
effetti furono evidenti quasi
subito, l’impazienza aveva cominciato a dare i suoi frutti: la casa di
Abramo stava per essere rovinata dalla scontentezza e dalla mancanza di
pace.
Agar quando
si era accorta di essere incinta aveva
preso un atteggiamento di disprezzo verso la sua padrona, Sara si arrabbia e
nonostante ammette di aver dato la serva al marito come concubina, chiede
l’intervento di Abramo.
Perché si era
allontanata da Dio? Perché Sara aveva dimenticato di fare un esame di
coscienza e di pentirsi?
Invece aveva
accusato il marito dell’atteggiamento di Agar e se Dio non fosse
intervenuto, la giovane schiava sarebbe morta per colpa di Sara.
Sara si era
degradata, aveva imparato che una persona potente ed istruita può esercitare
in pieno il suo potere, quando si allontana da Dio, ella voleva vincere sul
tempo.
Sara: una donna che dubita
Ritorniamo
alla scena di partenza ad Hebron: Abramo intanto aspettava ospiti, essi
erano apparsi ad un tratto dal nulla e stavano davanti ad Abramo, suo
marito.
All’ora di
pranzo Sara era rimasta in disparte, come era costume in oriente. Ad un
certo momento però la sua attenzione fu attratta dalle parole dei
visitatori: “Dov’è tua moglie Sara?”
Allora
aveva pensato:”Chi sono questi uomini? Come fanno a conoscere il mio
nome? Che cosa sanno ancora di me?”
Abramo aveva
risposto:”E’ nella sua tenda”, poi ecco viene fatta
una dichiarazione sorprendente:” Io ritornerò da voi fra un
anno e tua moglie Sara avrà concepito un figliolo.”
Gli ospiti
erano ancora seduti con la schiena verso la tenda, Sara sentiva che non
sarebbe stata notata. Era sola con i
suoi pensieri ed il suo cuore rideva di queste parole: “Quegli ospiti
sono persone ben educate, dei veri gentiluomini, perciò dimostrano la loro
gratitudine per l’ospitalità augurando ad Abramo un figlio.” pensava
dentro di sé la donna
Ma ad un
tratto le sue riflessioni cessarono e, meravigliata sentì che i suoi
pensieri venivano ripetuti ad alta voce: “Perché Sara ride dicendo – Io
non concepirò un figlio alla mia età?”
Le parole
dell’ospite la gelarono. “C’è
qualcosa di troppo difficile per l’Eterno?”
“L’Eterno!!” fu allora che Sara lo riconobbe, così come Abramo lo aveva
già riconosciuto.
Il Signore
era disceso dal cielo per parlare a lei per confermarle la promessa
personalmente. Sara rimase talmente colpita che negò la sua mancanza di fede
e disse :”Io non ho riso” Egli le confermò “Sì tu hai riso”
Perché il
Signore non le aveva parlato direttamente? Forse perché era uso orientale
parlare alla donna per mezzo del marito, o voleva forse ricordare ad Abramo
che egli come sua moglie aveva messo in dubbio le parole di Dio per mancanza
di fede? Non molto tempo prima Dio aveva promesso e ripetuto la promessa di
un figlio, ma anche Abramo aveva perduto la speranza di avere un figlio da
Sara.
Era
soddisfatto di avere Ismaele il figlio della schiava Agar, ed aveva pregato
che il Signore lo accettasse come suo erede! Ma ora il Signore non aveva
creduto sufficiente dire soltanto ad Abrahamo che il tempo di attesa era
ormai finito, era venuto personalmente a dirlo anche a Sara.
L’anno dopo
nel periodo stabilito da Dio,il figlio nacque, il nome che Dio gli diede
Isacco significa “quello che ride”.
Finché
sarebbero vissuti Isacco avrebbe ricordato ai suoi genitori il fatto che con
la loro incredulità avevano messo un punto interrogativo dietro al suo nome,
mentre Dio lo aveva cambiato in punto esclamativo.
Sara, una donna come noi
I risultati
dell’errore di Sara nel permettere che Agar diventasse la concubina di
Abrahamo furono molto seri.
Poiché
Ismaele aveva deriso Isacco alla sua festa di ringraziamento, Sara aveva
pregato Abramo di mandare via Agar e suo figlio.
Abramo
provava dolore in cuor suo, perché amava anche l’altro figlio. Tuttavia Dio
gli disse si ascoltare Sara, così mandò via la donna col suo bambino. Come è
scritto, Dio amò anche loro, ma ci fu una distinta separazione fra le
discendenza di Isacco da quella di Ismaele.
Sara visse
altri 37 anni dopo la nascita di Isacco, così non vide la miseria e il
contrasto tra i discendenti dei due figli di Abramo.
Infatti gli
arabi, discendenti di Ismaele, e i Giudei, discendenti di Isacco, sono stati
e lo sono oggi perenni nemici. Dopo molti secoli i problemi del Medio
oriente aspettano ancora una soluzione. E’ triste constatare che per una
azione d’impazienza da parte di Sara abbia avuto delle conseguenza così
durature! E’ triste anche che la sua memoria sia stata macchiata da questo
fatto.
Tuttavia la
prima donna presente nella galleria dei ritratti degli eroi della fede in
Ebrei 11, è Sara.
E’ ricordata
con onore per la fede che aveva e non per le sue mancanze. La sua fede
magnificamente illustrata dalla nascita di Isacco crebbe durante la sua
lunga vita.
La sua vita
richiese molti sacrifici, dovette astenersi da molte cose che amava e
voleva, sopportò sacrifici e delusioni, tutto senza lamentarsi. Sara fu
pronta ai cambiamenti di situazione, adattandosi al marito. Per la sua
ubbidienza ad Abramo, ella lo aiutò ad ubbidire a Dio.
Recenti studi
dimostrano che le cattive emozioni possono rendere una persona ammalata,
dicono che le buone emozioni dalla serenità e dalla felicità danno bellezza
fisica, buona salute e lunga vita. Poteva essere questo il segreto della
bellezza esteriore e della vitalità di Sara? Pietro loda Sara per la sua
bellezza interiore e fa un appello a tutte le donne di seguire il suo
esempio, perché Sara è veramente una principessa fra le donne.
Anonimo del 1948 rivisitato da Margherita Carini
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