Alla ricerca del suo significato - parte
La ribellione Alla sofferenza
"Io provo disgusto della mia vita;
voglio dar libero sfogo al mio lamento,
voglio parlar nell'amarezza dell'anima mia!
Io dirò a Dio: non condannarmi!
Fammi sapere perché sei in contesa con me!"
(Giobbe 10 : 1-2)
La ribellione è una reazione frequente nella prova.
Il profeta Geremia si lamentava davanti a Dio così:
"Perché il mio dolore è perenne?"
E Abacuc diceva nella sua disperazione davanti al silenzio di Dio:
"Fino a quando …?"
La rivolta ha un suo risvolto medico sano: la nostra aggressività risvegliata ci dà il mordente per combattere il male, è un sussulto di vita in noi. Ecco perché
è impartante non spegnere troppo velocemente l'indignazione di una persona,
occorre lasciarle esprimere i suoi sentimenti.
Dire ciò che si pensa a Dio, non equivale a bestemmiare. Non sempre il
silenzio di Dio, ci impone di restare silenziosi. Dio non ha rimproverato Giobbe per le sue suppliche audaci. Per contro ha detto degli amici:
"La mia ira è accesa contro di te e contro i tuoi due amici,
perché non avete parlato di me secondo la verità,
come ha fatto il mio servo Giobbe."
La protesta violenta della persona può essere l'occasione di una scoperta di una verità su se stessa, di un nuovo inizio della
sua anima.
Tuttavia la ribellione può costituire un pericolo se conduce al rancore, all'odio ed alla bestemmia. Dunque va regolata!
"Spera nell'Eterno!
Sii forte; il tuo cuore si rinfranchi;
sì,
spera nell'Eterno."
Salmo 27:14
Segnalazione di un buon libro:
Dio, perché? L'angoscioso interrogativo sull'origine della sofferenza,
Bruno Schewngeler, edizioni DLC
Il malessere dell'anima,
Bruno Schewngeler, edizioni DLC