Alla ricerca del suo significato - parte
la presenza di DIO NELLA sofferenza
Ad eccezione di dolori causati da una disfunzione dell'organismo che accompagnano la messa in opera della vita (la donna che partorisce) o che ci si infligge da soli (alcool, tabacco, droghe), la sofferenza sembra
spesso senza senso. Un'assurdità, priva di significato che cresce
ulteriormente il dolore e contribuisce a distruggerci di più.
Come Gesù nella sua angoscia gridiamo a Dio: "Perché mi hai abbandonato?" E come Gesù non
abbiamo risposta.
Ma per uscire dal terribile buco nero del silenzio che ci mantiene nella disperazione, non ci rimane altra soluzione che lasciare la presa davanti alla domanda di perché e cessare di cercare un senso là dove non ce n'è.
"Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo;
sono cose per me troppo meravigliose
e io non le conosco"
dice Giobbe che, dopo lunghe ricerche sul senso delle disgrazie, riconosce alla fine che
Dio "può tutto e che nulla può impedirGli di eseguire un tuo disegno".
Questo è l'abbandono del nostro intelletto davanti all'incomprensibilità della sofferenza, come una morte a se stessi, alle nostre ambizioni, alle certezze, ai ragionamenti logici; ma questa morte apre il nostro avvenire verso una possibile fecondità:
"Se il granello di frumento caduto in terra non muore,
rimane solo;
ma se muore,
produce molto frutto".
Ecco che
nel cuore delle tenebre una piccola luce appare, ci invita a un movimento interiore:
rinunciando a trovare un senso alla nostra sofferenza, possiamo arrivare a darle un senso.
Dobbiamo riconoscere che siamo i soli a poter trasformare una tragedia personale in un vittoria.
Bisogna far appello al nostro potenziale più elevato, al più grande coraggio che si possiede, quello di soffrire.
Il nostro dolore resta uguale, ma
siamo noi ad essere
trasformati.
Siamo realisti: è un combattimento in cui non si è mai sicuri di aver vinto.
Ma su questa strada difficile e solitaria Dio è molto vicino a me:
"Infatti sono persuaso che
né morte, né vita, (…)
né cose presenti, né cose future, (…)
potranno separarci dall'amore di Dio
che è in Cristo Gesù, nostro Signore."
Romani 8:38-39
Siamo certe …
i silenzi di Dio non vogliono dire che Dio sia assente!
Segnalazione di un buon libro:
Dio, perché? L'angoscioso interrogativo sull'origine della sofferenza,
Bruno Schewngeler, edizioni DLC
Il malessere dell'anima,
Bruno Schewngeler, edizioni DLC